di Gianmarco Mensi
Oggi inizia la discussione alla Corte Costituzionale tedesca sulla legittimita’ dell’OMT, ovvero il meccanismo d’acquisto dei titoli dei paesi in difficolta’ varato l’anno scorso dalla BCE. Il verdetto finale e’ atteso tra qualche settimana. Il dubbio non riguarda l’esito della vicenda, sia perche’ il Ministro Schauble si e’ appena sbilanciato nettamente a favore dell’operato della BCE, mettendo cosi’ all’angolo la Bundesbank, sia perche’ un’eventuale bocciatura sarebbe l’equivalente di un cataclisma finanziario di proporzioni bibliche, che con ogni probabilita’ porterebbe alla fine dell’Euro.
Il nocciolo del problema, dunque, e’ un altro, e riguarda l’ammontare di informazioni che la BCE rilascera’ alla Corte (e dunque anche al pubblico) riguardo la sua misteriosa arma finale, mai usata fino ad ora ma pronta ad essere impiegata sul campo a favore di Portogallo e Irlanda. In particolare i dubbi riguardano l’ammontare del sostegno: si tratta di un programma effettivamente illimitato, cosi’ come annunciato, o c’e’ un limite alla capacita’ di manovra della BCE? Il sospetto e’ che l’obiettivo vero di Weidmann, capo della Bundesbank, sia proprio questo: costringere il Presidente Draghi a stabilire, ex ante, il limite massimo degli acquisti per rendere compatibile l’OMT con la legislazione tedesca.
Il problema, dunque, puo’ sorgere nel caso la BCE, sotto pressione, esplicitasse un tetto al proprio intervento massimo che i mercati ritenessero inadeguato ai bisogni dei paesi periferici. E, qualora gli eventi lo richiedessero, ad un eventuale azione di sostegno dell’esorbitante debito pubblico italiano.
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